Adriano Celentano omaggia il suo amico scomparso, Toto Cutugno, ricordando quando rifiutò di cantare il brano “L’italiano”.
La morte di Toto Cutugno avvenuta martedì a poche settimane dal suo 80esimo compleanno, ha segnato il mondo della musica italiana. Diventato un’icona con il suo celebre brano “L’italiano”, ha detto addio al mondo presso l’ospedale San Raffaele di Milano. Ad omaggiarlo è stato anche il suo grande amico Adriano Celentano, che ha voluto ricordare un momento decisivo della loro carriera.
L’amicizia tra Celentano e Cutugno
Ad esprimere semplici messaggi di cordoglio ricordando il mitico cantante scomparso sono stati tanti personaggi dello spettacolo, oltre che alcune istituzioni come Giorgia Meloni. Uno dei legami più forti di Toto Cutugno però è quello avuto con Andriano Celentano, per cui ha scritto molti grandi successi che scalarono le classifiche.
Tra questi ricordiamo il brano “Soli”, mitica canzone degli anni ’70, come anche l’intero album “Il tempo se ne va“, del lontano 1981.
Celentano: “Rifiutai di cantare L’italiano“
Ecco che nel 1982, insieme a Cristiano Minellono, Toto Cutugno scrive “L’Italiano”. E il pensiero corre subito ad Adriano. Ma ecco che il suo amico rifiuta di cantarla, sebbene fosse stata composta proprio per lui. “A volte la troppo scrupolosità si può trasformare in una cazzata mondiale” ha dichiarato Celentano.
Ma il suo rifiuto diventa per Cutugno una vera fortuna. Infatti, il patron del Festival di Sanremo, Gianni Ravera, convince Toto a cantare lui stesso il brano, con cui si presenta al Festival del 1983. Vinse Tiziana Rivale con “Sarà quel che sarà”, mentre “L’Italiano” arriva solo quinta.
Ma la canzone diventa la più votata con le cartoline Totip, il metodo ufficiale di votazione per decidere il vincitore. Il brano divenne infatti un grande classico, amata anche a livello internazionale, ancora oggi.
La lettera di Celentano per Toto
Sui social Adriano Celentano ricorda quel momento scrivendo una lettera per il suo amico scomparso: “Ciao Toto!…ricordo che eravamo in macchina… una cinquecento credo, e tu insistevi perché io incidessi “L’italiano”. Una superbomba appena ultimata la notte prima che ci vedessimo”.
“‘Non ho dormito tutta la notte – mi dicesti- pensando al successo che faremo, tu come interprete, e io come autore’, il brano era davvero FORTE!!! Ma ciò che più di tutto mi frenava era proprio la frase più importante: “IO SONO UN ITALIANO VERO”. Una frase oltretutto insostituibile, in quanto è proprio su questa che si regge l’intera impalcatura di quella grande opera”, aggiunge.
“E io sentirmi pronunciare: “SONO UN ITALIANO VERO” mi sembrava di volermi innalzare. Lui non credeva alle sue orecchie: ‘ma non capisci che è proprio questo il punto, io l’ho scritta pensando a te, perché tu sei davvero un italiano vero’. ‘Sì lo so’ – gli dissi io – ‘però non mi va di dirlo io’. Non sempre ma a volte la troppo scrupolosità si può trasformare in una cazzata mondiale. Però nonostante tu l’abbia cantata come l’avrei cantata io, oggi, se la dovessi ricantare la canterei esattamente come l’hai cantata tu! Eri e rimarrai, un grande indimenticabile! Ti voglio bene. Adriano”, conclude il post.